Origine del gatto domestico nella Mezzaluna Fertile
5 luglio 2007 – Amato e addomesticato perché salvava i raccolti dai topi, il gatto “di casa” è nato in Medio Oriente, nella cosiddetta Mezzaluna Fertile. Secondo i ricercatori americani del National Cancer Institute di Bethesda, proprio questa abilità ha dato il via al rapporto tra uomini e felini, nato in questa area del mondo e non in Egitto, come si pensava, dove peraltro veniva adorata una divinità con le sue sembianze. È questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Science dedicato all’origine del gatto domestico.
I genetisti guidati da Stephen O’Brien, impegnati in un progetto di mappatura del genoma felino, hanno analizzato il DNA mitocondriale di 979 gatti moderni, appartenenti sia a specie domestiche sia alle cinque specie selvatiche oggi conosciute.
Questo materiale genetico, trasmesso solo per via materna, è il più utilizzato per questo tipo di studi perché meno soggetto a variazioni, anche in caso di incroci tra razze diverse. I gatti selvatici analizzati provengono da diverse aree del pianeta — Europa, Africa sub-sahariana, Cina, Asia centrale e Medio Oriente.
Dall’analisi è emerso che gli antenati dei felini addomesticati erano proprio i gatti selvatici che vivevano circa 130 mila anni fa nella Mezzaluna Fertile, un’area che si estende dal Mediterraneo orientale alla Turchia fino all’antica Mesopotamia.
Dalla collaborazione con l’uomo alla diffusione nel mondo
«Questo è esattamente il luogo dove, circa dodicimila anni fa, l’uomo ha smesso la vita nomade e ha iniziato a coltivare i campi» spiega O’Brien, «ed è qui che sono stati addomesticati quasi tutti gli altri animali domestici».
I ricercatori hanno individuato almeno cinque linee di DNA mitocondriale nei gatti moderni, concludendo che le progenitrici furono almeno cinque gatte, da cui discendono tutti i felini domestici odierni.
Secondo le loro conclusioni, i gatti selvatici furono attratti dagli insediamenti umani per la presenza dei granai — e quindi dei topi —, mentre l’uomo ne tollerò la presenza per la loro efficacia nel difendere le scorte di cibo. In seguito, questi animali vennero portati con sé nei nuovi insediamenti per proteggere i raccolti.
Il passaggio dagli antichi granai ai divani, tuttavia, non è stato ancora datato con precisione.
Questa scoperta ribalta l’idea che fossero gli Egizi i primi ad addomesticare i gatti: durante l’epoca dei Faraoni, infatti, questi animali erano già venerati come divinità, rappresentati dalla dea Bastet, una donna con testa di gatto o come un gatto vero e proprio.
Un primo indizio del loro addomesticamento era emerso già tre anni prima a Cipro, con la scoperta di un cimitero di 9.500 anni fa contenente resti umani e felini. Non tutti, però, concordavano sul fatto che si trattasse di una prova definitiva. In Europa, e in particolare nella penisola iberica, il gatto arrivò invece durante l’epoca glaciale.